Per la rubrica “La voce dei nostri Aufgussmeister” abbiamo oggi il racconto di Caterina.
Ricordiamo che chiunque può inviare un proprio articolo a comunicazione@aisa.it.
Quando, dieci anni fa, mi trovai a fare anch’io – come oggi molti Aufgussmeister – la foto di rito con gli istruttori e i commissari d’esame mostrando con orgoglio l’attestato di Aufgussmeisterin AISA non sapevo dove l’Aufguss mi avrebbe portato.
Dieci anni di “sventolate” e di campionati, centinaia di sudate in saune piccole e grandi e un nuovo mondo di amici d’asciugamano e di sauna che prima non avevo mi hanno regalato grandi gioie ed emozioni. Di più, mi hanno fatto riscoprire me stessa: nell’Aufguss ho ritrovato la mia vera natura e un nuovo modo per esprimerla, ma soprattutto un potente strumento di comunicazione emozionale con il pubblico.
Ogni Aufgussmeister riflette sempre se stesso in sauna ed ogni rituale, sia esso semplice o complesso, rispecchia la sua personalità e il suo scopo. Ho iniziato per curiosità e piacere di vivere la sauna in un modo nuovo, che non conoscevo. Mi sono sempre divertita molto e sempre ho cercato di divertire i miei ospiti. Poi, con gli show, l’Aufguss è diventato un modo per raccontare storie che in un qualche modo mi appartenevano, che parlavano di me.
Oggi mi diverto ancora a “sventolare”, specialmente in coppia con qualche anima gemella, ma i miei Aufguss hanno nel frattempo assorbito i miei nuovi interessi verso le Erbe e i percorsi di riconnessione con la Natura. Le piante, i fiori, il bosco hanno sempre accompagnato la mia vita, fin da bambina, ed oggi con le conoscenze acquisite, una continua autoformazione e la scelta di “riportare” la Natura in sauna, riproducendone i suoi odori e profumi naturali, ho dato ai miei rituali un nuovo scopo: portare gli ospiti a scoprire le Erbe e i loro possibili utilizzi in sauna, i loro poteri aromaterapici ed i loro significati simbolici.
La decisione di impiegare nei miei rituali solo essenze autoprodotte è venuta da sé, come fosse la scontata conseguenza di una scelta di vita in armonia con la Natura, ma trae origine dalla sperimentazione, dalla pratica fitocosmetica e fitoterapica domestica ed in particolare dalla distillazione artigianale di erbe, piante e fiori. Un mondo affascinante la distillazione, che richiede pazienza, precisione, rispetto dei tempi balsamici delle piante, ma che sa riservare scoperte entusiasmanti e dove c’è ancora spazio per la ricerca e l’innovazione.
La mia soddisfazione più grande? Avere scoperto che dalle arance si può ricavare un olio essenziale particolarmente fresco non a seguito della tradizionale spremitura a freddo delle bucce fresche, bensì in idro-distillazione delle bucce secche ridotte in polvere. Mi ci sono voluti due anni di prove per riuscire ad ottenere, pur in scala così ridotta, una apprezzabile quantità di olio essenziale ad ogni distillata in corrente di vapore di piante aromatiche, e per mettere a punto un nuovo metodo di estrazione dell’OE da agrumi attraverso l’idro-distillazione. Il risultato, per quanto riguarda l’arancio, è un’essenza con la profumazione caratteristica del frutto fresco, esaltata dalla presenza della sola nota di testa, mancando quella di base.
Uso ormai raramente oli essenziali acquistati, che ho progressivamente sostituito con quelli da me prodotti (in minime quantità!) con un piccolo alambicco di rame a colonna, splendido dono di mio marito.
Impiego erbe fresche da me coltivate nel mio giardino (ho chiamato My Garden una sinergia dei miei oli essenziali) e/o raccolte nei prati e nei boschi del mio amato Trentino.
Produco da me oleoliti ed idrolati per utilizzarli nelle mie preparazioni (creme, tonici, acque aromatiche, tinture…) ma anche come basi ed “ingredienti” per scrub e infusioni in sauna.
Grande importanza hanno nei miei rituali le musiche, esse sono la trama sonora su cui sviluppare le azioni del rituale. Talvolta non si tratta nemmeno di musica ma di rumori e suoni non originati da strumenti musicali, come il “battito” del sole registrato dalla NASA, oppure di brani musicali regolati sulla frequenza di 432 Hertz, la frequenza della Terra, una vibrazione che si propaga nel corpo donando energia e senso di pace.
Assegno sempre un “titolo” ai miei rituali, che costruisco come cerimonie attorno ad un tema che mi sforzo sempre di rendere riconoscibile. Considero la sauna un “luogo di passaggio”, uno spazio spiritualizzato e neutro, non condizionato e nudo (e perciò esposto e indifeso), dove ognuno può ritrovare segretamente la propria intima autenticità. Mi piace pensare che un Aufguss, specie se herbal, sia come un mezzo di trasporto emozionale tra due diversi stati di coscienza, quelli di un prima e di un dopo.
Concludo questo mio “coming out” di Aufgussmeisterin dicendo che non potrò mai sapere cosa vivono veramente gli ospiti ai miei rituali, ma so che sempre cerco di incontrarli uno ad uno, dedicando loro attenzioni personali. Ci si stanca fisicamente molto ma sono ripagata dal privilegio di poter cogliere, osservando le posture, i volti e le espressioni degli ospiti, un caleidoscopio di emozioni, reazioni, azioni. Sono le stesse che molte volte ho provato e manifestato anch’io, giacché gli Aufguss mi piace farli ma anche vederli, perchè diventando Aufgussmeisterin non ho dimenticato di essere una appassionata saunista.
Un’altra cosa che non so è se l’Aufguss mi cambierà ancora, o se sarò io a cambiare ancora i miei rituali.
La porta è sempre aperta!
Caterina Bazzanella