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La voce dei nostri Aufgussmeister – Intervista al nuovo referente tutoraggi

05 Luglio 2023

Condividiamo il nono contributo  su quello che l’essere Aufgussmeister significa per ciascuno di noi.
Tutti possono parteciparvi inviando un articolo a comunicazione@aisa.it.

Anche in questo caso abbiamo una intervista. Il nuovo referente tutoraggi Andrea Turco ci racconta l’iter del nuovo regolamento Tutoraggi e le attività del gruppo di lavoro..

INTERVISTA AD ANDREA TURCO: IL NUOVO REFERENTE TUTORAGGI AISA

Nel percorso formativo di ogni buon Aufgussmeister gioca un ruolo fondamentale il momento esperienziale svolto sotto la guida attenta di maestri esperti. In passato si cercava di rubare il mestiere ai vecchi maestri, osservando e cercando di farsi svelare i trucchi del mestiere. L’introduzione dei corsi aggiunse un primo fondamentale tassello per trasmettere in modo strutturato le diverse necessarie conoscenze e competenze. AISA ebbe la saggia intuizione di strutturare il percorso formativo includendo obbligatoriamente la pratica dei tutoraggi prima di arrivare a sostenere un esame, e soprattutto prima di proporsi nei centri benessere dopo aver acquisito un adeguato livello di professionalità. La divulgazione del Vademecum per Tutor, fu il primo passo nella ricerca di uniformare le pratiche e i comportamenti condivisi. La proposta di un primo incontro formativo, tenutosi a Pordenone, dimostrò una crescente attenzione e interesse verso questo settore.

Il 2023 è stato un anno di importanti novità nella gestione dei tutoraggi. Da Gennaio è entrato in vigore un regolamento corredato di criteri di valutazione e vademecum cui ogni Tutor è tenuto ad attenersi.
Sul sito AISA trova spazio un elenco con i nominativi e i riferimenti dei Tutor abilitati a firmare i nuovi libretti dei tirocinanti. Nella stessa pagina è presente il modulo con cui ogni maestro può inoltrare la sua candidatura dichiarando i propri requisiti. Le domande vengono ricevute vagliate e approvate dal Gruppo di Lavoro che ha redatto il regolamento.
Il GL, attivato nel 2022 dal Consiglio Direttivo, è composto dal Presidente AISA, dal Referente Tutoraggi, dal Responsabile Esami e dai quattro Direttori delle scuole.

Di recente il Consiglio Direttivo ha ratificato la nomina di Andrea Turco quale nuovo Referente Tutoraggi in successione a Nicola Fabbianelli.
Abbiamo posto ad Andrea alcune domande, in particolare se e come intende continuare con il cammino finora intrapreso dal Gruppo di Lavoro.

Ho avuto il piacere e l’onore di coordinare il GL sin dalla sua prima costituzione e pertanto la mia nomina non porterà alcuna modifica al percorso e alla mission che insieme ci siamo dati.
In questi mesi abbiamo lavorato in sintonia e il passaggio di consegne tra me e Nicola Fabbianelli è un atto puramente formale e consensuale.
Una volta esaurito il compito primario della realizzazione del regolamento, i membri presenti in fase costitutiva hanno confermato l’impegno a continuare a lavorare insieme, monitorando costantemente la qualità dell’operato sul territorio e apportando correttivi laddove se ne ravvisi la necessità. Sono ancora molte le cose da fare. Ci siamo subito attivati per attuare un articolato piano di formazione, particolarmente apprezzato dai numerosi partecipanti. Abbiamo censito oltre 120 Tutor e continuiamo a valutare le nuove disponibilità e richieste a ricoprire questo delicato ruolo.

Ci puoi illustrare la mission di questo Gruppo di Lavoro?

L’iniziativa nacque per dare risposta alle segnalazioni di discrepanze tra gli insegnamenti dei Tutor e alla necessità di ridefinire i requisiti andando oltre la mera anzianità dei due anni dal diploma.
Si decise di valorizzare anche altri tipi di competenze derivanti da significative esperienze pratiche, professionali e formative. Ci siamo chiesti per quale motivo si dovrebbe rinunciare a tutoraggi di maestri di comprovata esperienza seppur provenienti da differenti percorsi?

Ma questo non rischia di incentivare il contrasto tra diverse impostazioni?

Abbiamo appurato che il problema era presente anche tra Aufgussmeister AISA. La nostra soluzione è stata quella di richiedere a tutti gli aspiranti Tutor la sottoscrizione di un unico protocollo riportante i criteri di valutazione condivisi e un vademecum comportamentale. Questo non significa che dobbiamo essere tutti uguali. Ognuno mantiene il proprio stile e la propria personalità, riferendosi tuttavia a prassi e parametri oggettivi concordati e condivisi. Gli stessi che poi vengono valutati all’esame per Aufgussmeister.
Deve esserci continuità in tutta la filiera formativa, partendo dai corsi base fino ad arrivare al diploma. Di mezzo c’è l’importante momento di pratica e sperimentazione che i tirocinanti percorrono grazie alla disponibilità dei Tutor. Vale dunque la pena investire in formazione su questi maestri che hanno un forte impatto sulle nuove leve.

 E’ obbligatorio partecipare ad un corso specifico di formazione?

 Ci sarebbe piaciuto renderlo obbligatorio perché parlarsi di persona è di gran lunga più efficace di una semplice lettura. Tuttavia siamo consapevoli dei vincoli lavorativi che alcuni maestri hanno, tali da rendere complicata la loro partecipazione.  Come anche la distanza dalle sedi in cui vengono proposti i corsi. Per questo motivo abbiamo finora diversificato la dislocazione territoriale cercando di spostarci in diverse zone del Nord Italia. Nelle località di Andalo, Sirmione e Udine abbiamo incontrato 83 Tutor e aspiranti Tutor. Sono state giornate estremamente utili per conoscerci, per lavorare insieme, ma anche per verificare l’efficacia e la tenuta dell’impianto. In ogni caso continueremo a garantire la massima disponibilità a confrontarci, a dare suggerimenti e informazioni anche a distanza.

Sappiamo che offrite ai tirocinanti la possibilità di valutare la qualità dei tutoraggi ricevuti. Come è stata accolta questa scelta dai Tutor?

Naturalmente ci sono state perplessità da parte di alcuni maestri. Quando ci si sente in qualche modo “valutati” è comprensibile che scatti qualche meccanismo di difesa. Tuttavia i tanti feedback positivi ricevuti stanno a dimostrare che si sta lavorando molto bene e in sinergia. Raramente oggi mi trovo nell’imbarazzo di dover rispondere a segnalazioni di insegnamenti discordanti tra colleghi. Tuttavia il malinteso può capitare. Per questo credo sia utile aver attivato una chat tra i Tutor per fornire informazioni e per dissipare eventuali dubbi. Ma soprattutto credo sia importante incentivare la pratica dell’interazione. Spesso basta una telefonata per chiarire equivoci. Non siamo competitor. Siamo colleghi. Vorrei tranquillizzare i Tutor sulle nostre intenzioni. Nessuno di noi aveva in mente di usare lo strumento del feedback in modo acritico e punitivo, e mi farò personalmente garante che ciò non accada.

 C’è chi contesta la scelta di aprire a questo ruolo anche ai non tesserati AISA.

Come dicevo, abbiamo cercato di mantenere una visione ampia e lungimirante sulle professionalità e un nostro obiettivo è stato l’inclusione. C’è chi si è tesserato dopo aver intrapreso questo tipo di percorso, sentendosi accolto e condividendo le comuni finalità. A mio modesto parere questo è un vantaggio, un valore aggiunto per tutta l’Associazione. Avere una tessera in tasca non è di per sé garanzia di qualità, anche se aiuta a sentirsi parte della stessa famiglia in cui si discute e ci si confronta alla ricerca di un comune profilo identitario. Non è tuttavia escluso che in futuro si torni ad essere restrittivi introducendo il vincolo del tesseramento. La richiesta dei non tesserati è stata esigua. La quantità e qualità di maestri AISA sul territorio riesce ad oggi a garantire una buona copertura senza bisogno di ricorrere ad altre risorse evidentemente non abbastanza interessate a mettersi in gioco insieme  noi.

 Qual è secondo te il profilo di un bravo Tutor? 

Contrariamente a quanto molti pensano, il ruolo di Tutor non è necessariamente associabile a quello di un bravo Aufgussmeister. Essere d’esempio è sicuramente un valore aggiunto, ma il Tutor deve saper prima di tutto trasmettere ed è quindi prioritario che abbia esperienza e attitudine nel campo della formazione. Inutile saper fare figure tecniche di elevata difficoltà, senza poi essere in grado di far eseguire correttamente una bandiera. Un bravo Tutor incoraggia l’allievo evidenziandone i punti di forza, ma non manca di far notare le criticità con la necessaria sensibilità ed esperienza. Non serve dire che la pala è fatta male se non si è in grado di farla eseguire meglio. Capire quale sia la migliore strategia formativa non è da tutti e richiede empatia, specifica preparazione, attitudine ed esperienza.

Alcune “voci” di chi ha partecipato alla formazione/aggiornamento per tutor:

Un’opportunità che è partita dalla necessità di un confronto basata su un necessario linguaggio comune così da conferire un valore aggiunto al ruolo del tutor che riferendosi ad item condivisi favorisce l’assunzione di un ruolo calato su una maggiore oggettività e una minore opinabilità.

Un’occasione per ripensare al proprio stile comunicativo e relazionale, spesso è più importante come si dice piuttosto che cosa si dice, dando valore e importanza ad una rilettura costante di sé stessi: leggersi per poter leggere e indirizzare l’altro.

Un’occasione formativa che più o meno implicitamente ci ha consentito un “bagno di umiltà”, valorizzando un posizionamento di maggiore decentramento e di minore autoreferenzialità: poiché solo così si possono indossare “occhiali” in grado di comprendere e indirizzare con empatia e autenticità.

 

 

 

Questo articolo si trova in: Vita associativa